domenica 12 gennaio 2014

Il Soccombente di Thomas Bernhard



Oggi parleremo di uno dei miei autori preferiti: Thomas Bernhard (da ora in poi B.).
Inizio col dirvi che credo di avere letto ogni cosa di B., dalle poesie ai racconti fino ad arrivare a leggere le sceneggiature di Roberto Herlitzka per la trasposizione teatrale dell'opera.
B. secondo me è un genio, ha un modo di scrivere unico, quella sensazione di inceppare durante la lettura data dalle sue parole che spezzano la frase (così lui, così io) che in un primo momento sembrano irritare il lettore, poi invece si cercano, si tenta di incastrarle bene nel discorso per capire a pieno il macrocosmo di B.

" Dobbiamo ogni tanto andare a prenderci un po’ d’aria fresca, diceva, altrimenti saremo impediti nel nostro procedere e paralizzati nel nostro intento di raggiungere risultati davvero eccelsi.
Con se stesso era l’uomo più spietato che si possa immaginare. Non si concedeva la più piccola inesattezza. Solamente dal pensiero estraeva i suoi discorsi. Detestava le persone che parlano senza aver finito di pensare, quindi detestata tutta l’umanità."

Frasi come questa già descrivo in modo chiaro il contenuto dell'opera, l'intimità dei dialoghi e i pensieri dei personaggi. Tutto può apparire monotono e ciclicamente si ha la sensazione che gli eventi si ripetano stremando il lettore, ma non è così. Gli eventi ruotano in una spirale che ti tira giù, che ti succhia lasciandoti provare ad ogni livello una nuova sensazione, una nuova realtà.
Un romanzo di 186 pagine costruito su 3 personaggi che sembrano uguali, che si ha come la sensazioni che in alcuni tratti si scambino pure di ruolo, ma tutto invece rimane perfetto, squisitamente armonico, tutto riprende forma e ti ricattura fino alla fine.

F.V.

Nessun commento:

Posta un commento